23 maggio 1992 ore 17:57:48

A mia figlia Margherita e a tutti quelli che non l'hanno vissuta, perché sappiano.

22 maggio 1992.

A Roma è una giornata afosa, non si respira.
Sono le 11:30, squilla il telefono.
Giovanni, l’uomo dal viso morbido, radioso e con i baffi, alza la cornetta e continua immerso nella lettura delle sue carte.
“Pronto?”
“Giovanni, amore mio, so che sei impegnato. Ti telefono per dirti…”
“Ciao, gioia mia. Sono in compagnia delle solite carte. Come mai questa voce! È successo qualcosa?”
“No, no. Volevo. Ehm…so che ci tieni tanto alla Mattanza di Favignana. Ma ho ricevuto poco fa una telefonata. Il Presidente della commissione d’esame per uditori giudiziari, ha convocato una riunione all’improvviso per le 14:00”
“Quando?”
“Amore mio, per domani!”
“Ma abbiamo organizzato tutto! Partiamo alle 14:00. C’è la barca che ci aspetta a Favignana!”
“Giovanni, l’ho saputo ora. È una riunione urgente. Non posso mancare. Dobbiamo rimandare la partenza di oggi a domani. Appena finisce il corso andiamo a Palermo. Mi spiace!”
“Ma questo Presidente, non ha nulla da fare il sabato che convocare riunione di urgenza? Va bene! È inutile prendersela. Vorrà dire che il prossimo anno, la vedremo con calma! Faccio un paio di chiamate per spostare i programmi. Leggo ancora queste carte. Poi, chiamo Piero (Grasso n.d.r.) per avvertirlo. Ci vediamo dopo. Bacio a stasera!”
“Grazie Giovanni. Sono mortificata. Mi ha chiamato cinque minuti fa…ti prometto che il prossimo anno sarà diverso.  Ricordati Piero e Giuseppe (Ayala n.d.r.), altrimenti, aspettano invano di partire da Ciampino. A stasera”
“Sì, sì, comunico il nuovo programma, leggo ancora queste carte, poi telefono a Piero"


Falcone comunica il cambio di programma a pochissime persone e in una manciata di ore. Tutte, in seno ai vertici istituzionali.

23 maggio, ore 16:50.

Un jet Falcon dei servizi segreti, decolla da Ciampino con a bordo il giudice e la moglie Francesca Morvillo. Tempo di volo: 53 minuti. Destinazione: Palermo, aeroporto di Punta Raisi.
Alle 17:45 l’aereo atterra nella pista. Ad attendere il magistrato e la moglie ci sono tre Fiat Croma blindate, sei agenti di polizia e l’autista Giuseppe Costanza.
Le auto corazzate pesano oltre 2000 chili l’una, parcheggiate e allineate a mo’ di protezione verso la scaletta del jet.
Sono le 17:50 e il corteo di blindate entra nello svincolo dell’autostrada A29 Palermo-Punta Raisi, che da Trapani va a Palermo.

23 maggio 1992 ore 17:57:48 lungo l'autostrada A29 Capaci, Isola delle Femmine (PA), vengono fatti saltare in aria con 400 kg di esplosivo:

Giovanni Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Capaci, 23 maggio 1992)
Francesca Laura Morvillo (Palermo, 14 dicembre 1945 – Palermo, 23 maggio 1992)
Rocco Dicillo (Triggiano, 13 aprile 1962 – Capaci, 23 maggio 1992)
Antonio Montinaro (Calimera, 8 settembre 1962 – Capaci, 23 maggio 1992)
Vito Schifani (Palermo, 23 febbraio 1965 – Capaci, 23 maggio 1992) 

L'onda sismica provocata dall'esplosione viene rilevata alle 17:57:48 dall'Osservatorio geofisico del monte Cammarata situato a 106 km di distanza.

In un’intervista rilasciata qualche tempo prima alla giornalista francese Marcelle Padovani, Giovanni Falcone disse: "Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.“.







[fonti: Panorama; Wikipedia]



Commenti